sabato 26 maggio 2012

Mono dolce mono!


La casa (un mono con meno di 40 mq) sarebbe anche saltata fuori, non molto distante da Porta Venezia. Domani Marcaffitto chiama e vede se riesce a fermarla – prima che se ne scappi su un altro pianeta -
Sarebbe meglio tacere per scaramanzia ma c’è un dubbio che mi rode.
Per questa stanza bisogna comprare un divano letto: qualcuno sa se  ne esistono ad apertura automatica, facilitata, elettrica, elettronica, psichedelica e/o con maggiordomo incorporato che ti rimbocca le coperte in caso di assenza del legittimo coinquilino?
Preferirei avere un minimo di autonomia nell’andare a nanna, in caso a Marco capitasse di doversene andare fuori città per qualche giorno e anche – perché no – nel caso in cui volessi schiacciare un pisolo.
Questa ricerca è stata snervante: Milano è fatta a scale.
Mi auguro che sia finita.
Una rampa di troppo e un corrimano che manca e  si sputtana la locazione dei tuoi sogni.
Che nervi, mi sento stanca morta.

In questi giorni ono comunque riuscita a leggere un sacco: da Vargas Llosa (Le avventure della ragazza cattiva, molto tenero ma di gran classe ) a Bennett ( Signore e signori, cattivissimo).
Ho anche finito L’arte di Jiro Taniguchi della collana I classici del fumetto di Repubblica e devo dire che quest’autore  giapponese mi piace sempre di più è quieto e delicato, ottimo per il mio fegato (al momento non ho ancora letto le sue graphic novel hard boiled).
La settimana scorsa sono anche riuscita a mettere le mani su Fabrizio Lupo. Erano anni che aspettavo la ristampa, Grazie di cuore, Marsilio!

domenica 20 maggio 2012

Affitti & delitti


Io e Marcucciolo stiamo cercando un monolocale per il prossimo anno. Sapevo che sarebbe stata un’impresa ardua trovarne uno con box doccia, ascensore e magari un giaciglio vero (così non devo dipendere dal moroso per sistemare ogni volta il divano letto ogni sera) vicino a dove lavoro. Trovarne uno intorno ai 600-700 euro sembra addirittura impossibile. Sembrerebbe più facile emigrare sulla luna e da lì fare i pendolari ogni giorno.
Venerdì siamo andati a vederne uno ma  all’ingresso c’era una rampa di scale senza nemmeno il corrimano e una volta infilata la testa nella stanza un odore così ammorbante che sull’ingresso è stato inevitabile chiedersi: «Dov’è il cadavere?».
Non siamo riusciti a scoprirlo, ma alla fine della visita abbiamo avuto un’altra sconvolgente rivelazione: nel locale mancava la lavatrice.
Questo spiega forse il fetido ambiente in cui viveva l’attuale inquilino.
Dopo questa scoperta il responsabile dell’agenzia ci fa: «Beh, non avete una lavatrice?»
Certo, la tengo in borsa pronta all’uso…
Naturalmente per questi microloculi  che gli affittuari spacciano per regge di Versailles in miniatura tutti vogliono un quintale di referenze.
Altro che per fare un mutuo ci vuole il contratto a tempo indeterminato.
Ormai te lo chiedono anche per darti in locazione 30 mq. Boh. Inizio a sentirmi sfiduciata. Già mi vedo accampata sotto un ponte dopo che Marco mi ha lasciata per una ragazza che può sensualmente accomodarsi un una vasca da bagno piena di schiuma&bolle di sapone.

sabato 12 maggio 2012

Io & Busi: sacrileggo?


Mi sono ripresa dall’influenza e tutto trotta apparentemente tranquillo.
La settimana scorsa l’Alterega e Marco mi hanno infilato la pulce nell’orecchio: prova a ripubblicare la versione ampliata del tuo blog, con un buon editing.
Di autopubblicarmi non mi passa manco per l’anticamera a gas del cervello.
Figurati se pago per stampare le minchiate che scrivo quando ho i soldi contati per comprare quelle che leggo. Già mi sento cagna a balbettare la frustrazione che provo: son sicura che mi sentirei molto meglio se invece di scodinzolarci in giro dicessi le cose chiare e tonde come le sento – piuttosto puntute in verità – anche perché ormai è quasi un anno che me le tiro dietro, ma per il momento passo parola.

La settimana scorsa ho letto Suicidi dovuti di Busi.

Sarò sacrilega ma il libro di Busi conferma un pensiero che vado elaborando da un po’: un grande mistero della fede è il fatto che molta gente – me compresa -  continui a credere malgrado la nota stonata di paternalismo e il ribollire di ipocrisia che connotano gli ambienti clericali.
Ma ho studiato abbastanza teologia per sapere che non si può essere cattolici senza aderire alla Chiesa. Io sono tenacemente attaccata alla mia vita spirituale, - come una cozza allo scoglio – ma gli atteggiamenti adottati  – quelli che Aldo Busi descrive in modo così preciso nelle sue pagine – così come li ho percepite mi lasciano proprio perplessa.

Come può un fervente ed effervescente cattolico chiudere gli occhi su chi fa i proclami dal pulpito mediatico e poi sorvolare in scioltezza su alcuni insegnamenti fondamentali?

martedì 1 maggio 2012

Pollin combina guai: allergia, influenza (e qualche lettura)


Tra allergia e influenza mi sento – come dice Marchionnolo  - una chiavica.
Dal momento che l’altra notte ero così debole da non riuscire ad arrivare al gabinetto sulle mie gambe ne ho approfittato per farmi leggere ad alta voce qualche pagina dell’Isola degli animali di Durrell, che è gioioso, frizzante e ti riconcilia con la vita proprio come La mia famiglia e altri animali.

La settimana scorsa, prima di ammalarmi, in un paio di giorni ho letto anche La masseria delle allodole di Antonia Arslan.
È terrificante che non si senta mai parlare del genocidio armeno, anche se per alcuni la questione è controversa. Dovrebbe essere studiatissimo, anche perché il perverso rigore razionalista che ha guidato il massacro sembra essere il precedente diretto dello sterminio degli ebrei.
Comunque lo stile della Arslan malgrado l’orrore che racconta è  semplice, dolce e malinconico ha i contorni sfumati di un sogno. L’ ho consigliato anche alla mia mamma.

Mi sento molto debole e credo che andrò ad accoccolarmi sul divano in attesa del pranzo.
Naturalmente, buon Primo maggio a tutti: festeggi chi può.