martedì 26 febbraio 2013

Singer ti voglio bene

Sto leggendo La Famiglia Moskat di Singer e al pensiero di averlo quasi finito mi vengono le lacrime agli occhi. Perché è bellissimo, pieno di passioni, tormento e colori vivaci come un quadro di Chagall. Grondante di pietà e umana compassione, penetrante e profondo nello scandagliare le emozioni dei personaggi, ma anche arioso e godibile, cinematografico in un certo senso.Un'unghia del talento dele buon  Isaac Bashevis e uno scrittore è apposto per un'intera carriera. Il modo in cui Singer riesce a intrecciare le vicende di così tanti personaggi ha del miracoloso.A ogni riga penso che vorrei scrivere così. O anche solo continuare a leggere narrativa di quel livello così  generosa umana e palpitante. Singer non scrive, avvolge storie e personaggi in un abbraccio: una scintilla di luce che ti riconcilia con il mondo.

lunedì 18 febbraio 2013

Un colpo di Pistorius



Un omicidio passionale è un omicidio passionale normale se a commetterlo è una persona famosa ai danni di un’altra persona famosa? Ed èun delitto normale se l’assassino è quello che probabilmente è il disabile più famoso del mondo e la vittima una modella bellissima?
Come sostiene giustamente Marchionnolo non esistono omicidi normali. E ogni tre per dure si sente di un omicidio il cui movente è la gelosia. Però, però, però… Non sono così sicura che l’handicap o meglio , la percezione del proprio handicap, non abbia influito su Oscar Pistorius.
Appena ho saputo dell’omicidio il mio commento è stato: «Ma povero pistola anche te, a volerti mettere a competere, tu senza gambe, con i campioni di corsa, ci credo che non sai gestire gli stress della routine sentimentale».
Oggi nel mondo che conosco un qualsiasi storpio viene discriminato a sangue negli ambienti lavorativi più banali e impiegatizi e deve farsi il culo quadrato, cubico e qualche volta prismatico per dimostrare di non essere più coglione degli altri. Ma chi te lo fa fare di andare a sfidare i normo addirittura su una cosa fisica come la corsa? Se ti va bene scatenerai l’ovvia considerazione che corri coi normali, ma se non avessi le superprotesi col cazzo. Se ti va male scatenerai tormente di invidia per la tua determinazione la tua notorietà mediatica pronte ad abbattersi su di te alla prima occasione.O coglione, non potevi battere i record mentre portavi il cane a fare la sua pisciatina?
Di tensioni e di ansie da prestazione  è satura l'aria nel primo ufficio che trovi. Cazzo ti metti a correre sfidando gli avversari, senza gambe?
Poi certo, ti viene il sospetto che la tua bella se la intenda con un altro e invece di domandarle «Tesoro, mi cornifichi forse a voltantà?» crivelli la poverina a colpi di arma da fuoco.
Scattante testina di minchia, quell’insicurezza lì da pseudormodotato sentimentale la conosciamo tutti. La conosco io ogni volta che pigolo a Marco: «Ma non è che preferiresti una fidanzata che ti prepari la cena? », la conoscono tutti quelli che temono di vedersi abbandonati da un momento all’altro per i loro tortuosi grovigli di non autosufficienza, quelli che si domandano perché proprio loro fanno parte del 20% di handicappati che hanno una storia d’amore mentre il restante 80% no.
E a volte piangono, si inquietano, si spaventano, si arrabbiano e provano un’enorme paura che la persona che gli sta accanto migri verso nuovi e più salubri lidi.
Tu invece hai fatto fuoco. Bravo. Così oltre a dimostrare che gli handicappati possono trionfare proprio come i normo hai dimostrato che a volte la follia ha la meglio su tutti,  disabili e mutilati compresi. E adesso qualcuno già generalizza e si convince che dietro ogni storpio c'è una polveriera di frustazione e un killer potenziale. Quando invece, come obietta Marco, «Stai usando il Pistorius per prendere  cripticamente di mira quello che rode a te.In fondo, handicap o non handicap, che ne sappiamo noi di lui?».


mercoledì 13 febbraio 2013

...Melium abdicare?



Sono cattolica e il papa ha abdicato. Sono di sinistra e nelle intenzioni di voto oscillo (vacillo?) drammaticamente tra Bersani e Vendola.  In realtà vorrei dare il mio voto a Pierluigi ma con la tranquillità di sapere che Nichi è un alleato senza se e senza ma. Bersani è uno che ci prova a conciliare, a mediare, a mettere davvero tutti d'accordo all'insegna del buon senso, ma in questi giorni mi è venuto il dubbio che gli accomodanti alla lunga scontentino tutti, tranne se stessi quando sono intimamente persuasi del proprio agire. Ma basta la propria convinzione personale, in politica o nella vita?

Poi c’è tutta questa storia del papa che sì mi inquieta tanto, perché quando uno accetta la nomina a pontefice credo sappia a cosa sta andando incontro, a tutti i giochi di potere che serpeggiano dietro le mura del Vaticano e di cui quando lavoravo per Santi Numi, arrivava una sia pur attenuatissima eco. Anche a non essere appassionati di dietrologia è evidente che c’è qualcosa di insostenibile sotto, se un tradizionalista come lui fa un gesto così dirompente.

Forse gli hanno fatto mobbing. Tutte quelle questioni di carte trafugate e la vicenda del presunto complotto che è uscita un anno fa.Dev'essersi sentito incredibilmente e drammaticamente solo, deve aver dubitato di se stesso in ogni fibra della sua persona. Qualsiasi siano le situazioni  contro cui ha lottato e che ha cercato di cambiare dev'essere stato dilaniante prendere atto di non avercela fatta (il pensiero forse che lo Spirito Santo ha preso il volo è migrato altrove).
E posso non comprendere e prendere le distanze da tante dichiarazioni di Benedetto XVI, come il definire l’omossessualità un attacco alla giustizia e alla pace, ma la prospettiva di una quaresima senza pontefice ha dei connotati vagamente stranianti. Dopo che si sarà ritirato, con 2 santi padri in circolazione, forse sarà un po’ come tornare al Medioevo con i papi e gli antipapi. Bisogna avere fede, tanta. E fiducia nel futuro: questo il mio fioretto naif per le prossime settimane. E che il buon Dio, la sinistra e l’ironia ci aiutino!

martedì 5 febbraio 2013

Prendere fiato (e legger Ca.Co.)



Ciò che non ti uccide ti fa comunque sospirare: «Che cojoni».

Signore dammi la forza di cambiare le cose che posso cambiare, la serenità di accettare le cose che non posso cambiare e l’intelligenza di saperle distinguere ché altrimenti un giorno di questi esco di casa col mitra.

Ecco, in malinconica coda (tra le gambe) di questo post volevo lasciare il delicato spunto del Solamente Oggi, una bella poesia che ho trovato citata in Uomini in fuga di Carlo Coccioli e che inizia così «Solo per oggi cercherò di vivere nient’altro che quel che mi porti il giorno, senza lottare contro tutti i problemi della mia vita in una volta sola.» E continua, più avanti: «Se il mio amor proprio è ferito, e probabilmente lo sarà, non lo dimostrerò. Solamente oggi sarò gradevole.(…). Solamente oggi non m’invigliaccherò».

L’autore la riporta come conclusione di una riunione del gruppo di Al Anon, che raccoglie le mogli degli alcolisti in via di recupero. Probabilmente in un altro contesto l’avrei giudicata una melensaggine insulsa, ma calata nel fluire della prosa  dolce ma impetuosa di Ca.Co. acquista una sua toccante potenza. Fa venire voglia di eleggere ogni verso a buon proposito per domani. Solo che in quelle pagine lì regna la condivisione, lo scambio di pensieri, un sentire insieme, un’idea di comunità... E evocare queste cose, non so perché, mi fa venire un nodo alla gola.

Respirare a fondo e pensare che resistere senza passaere alla cazzocefalia è possibile. Sorridere, porgere l'altra guancia e disarmare (senza brandir la zappa) chi mi addita a piantagrane...