sabato 25 maggio 2013

L'ineffabile è invisibile agli occhi


Volevo iniziare a scrivere qualche riflessione su Il tempo è un bastardo, ce ho iniziato a leggere ieri sera è che è scritto in modo superlativo. La trama con i suoi fulminei  salti temporali bloccano in una serie di istantanee  scattate a posteriori i personaggi: l’effetto è magistrale e questo – signori e signore – si chiama talento.
Oppure, avrei potuto annotare della piacevole colazione sono uscita a prendere un’amica i cui rapporti si erano allentati un po’.
Apro Facebook e mi chiedo chi cazzo mi ha inserito in un thread con una quarantina di altre persone. Sarà un qualche evento? L’invito a cliccare mi piace su una pagina?
Scopro invece che la giovane sorella di una persona che conosco, malata da diversi tempo, è morta.

Non ero in grandi rapporti con questa mia ex collega, non abbiamo avuto il tempo e l’occasione di diventare amiche, prima che lei decidesse di lasciare il lavoro per stare vicino alla sorella.
Nello stesso periodo in cui alla ragazza è stata diagnosticata la malattia mi sono trovata a fare i conti con il peggioramento delle mie condizioni e  quindi le nostre hanno continuato a scorrere parallele, ciascuna alle prese con i propri problemi di quelli che ti fanno sentire un po’ distante dagli altri.

L’unica cosa che ho fatto per lei è stata farle scoprire le caramelle alla nocciola ricoperte di granella, quelle con la carta lucida e colorata, che da noi a Brescia si mangiano a Santa Lucia e che il 13 dicembre ho portato in ufficio. Nel resto dell’anno scompaiono dalla circolazione e quindi non ho potuto più offrirgliene, anche se mi sarebbe piaciuto farlo: che altro puoi permetterti per stare vicino a una persona che non conosci bene, di cui non puoi certo arrogarti il titolo di amico,  se non questi minuscoli gesti di gentilezza?

Un fugace sorriso, il cioccolato di una caramella che si scioglie, che altro puoi fare per lenire la puntuale preoccupazione quotidiana, quella che fa affilare la faccia delle persone e affievolisce la luce nei loro occhi giorno dopo giorno?
Questa ragazza, la cui sorella stava per essere soprafatta da un tumore, che conoscevo poco, era la candidata ideale, per diventare un metro di paragone con le mie difficoltà: c’è chi affronta disagi più grandi dei tuoi. Mi sono ripetuta questa verità, tantissime volte  e – allo stesso tempo – ho fatto del mio meglio per non considerare Mary la vincitrice della gara a chi soffre di più.

Credo di averla pensata molto più di quando immagina, anche se non ho fatto molto per procurarle quei dolci di Santa Lucia che lei, originaria del Centrosud, non aveva mai assaggiato prima. Ho solo chiesto una volta a mia madre se in giro se ne trovassero ancora.
Non credo che lei sappia quando l’ho pensata in questi mesi, né credo che l’aiuterà ora sapere di essere questi mesi un punto fisso per me. 

Tutto quello che  è in mio potere fare è lasciarle è un pensiero in punta di piedi, da lontano, e posso solo sperare che abbia almeno la consistenza  calda e rosata di un abbraccio vero

sabato 18 maggio 2013

Salutari influenze, Real Time e l'onirica dimensione di consumi spensierati



Una fastidiosa  influenza ha come piacevole effetto collaterale una deliziosa azione di ottundimento psichico.

Ogni stimolo penetra attutito nei sensi e il corpo finisce col lasciarsi cullare dal tepore dell’infiammazione articolare, blanditi dai brividi della febbre.
I problemi e gli inconvenienti della vita quotidiana sfumano in dissolvenza.
La necessità di liberare le narici congestionate o di coricarsi in una posizione sufficientemente comoda prende il sopravvento su ogni altro stimolo.

 
… E se la febbre fosse una difesa naturale dell’organismo per allentare la miriade di ansie, angosce, interrogativi, attacchi di panico e sensazione di catastrofe imminente per concentrarsi sulla ricerca dell’immediato sollievo?
Il giallo della bolletta da mille euro, la routine quotidiana, la necessità di risparmiare versus il desiderio di un nuovo libro: tutto gioiosamente travolto da un torrente di muco verde germoglio.

Al mattino mi sono svegliata e sul tavolo ho travato un biglietto di buongiorno  e alla sera invece una tisana fumante di benefico vapore: questo malessere è un percorso spa.

L’influenza e la conseguente difficoltà a concentrarsi ci ricordano che leggere non è inevitabile: era da anni che non godevo un frenetico (febbrile?)  zapping tra un programma tv e l’altro.

L’ultima volta che ho scanalato la mattina in onda era tutto uno strascico di telenovelas e soap opera: oggigiorno è tutto un frullio di frullatori,  make up, cake design, consulenze d’immagine, abiti da sposa e product placement.

Uno spumeggiare cremoso di tulle pastello circonda un mondo dove il fulcro di ogni giornata è l’allestimento del centrotavola perfetto e la preparazione del dessert impeccabile è la sfida principale della settimana. Ammetterò che per un istante – uno solo, eh – un moto d’invidia ha saettato per le mie membra più forte dei brividi di febbre.


lunedì 13 maggio 2013

Allergia:Il verde urbano ha rotto il cazzo

«Viviamo in un futuro molto più modesto del previsto»
(I. Asano, Solanin)

Se ieri non ci fosse stata La Più Grande Fioritura di Pollini della Storia oggi mi starei godendo un dì di ferie; invece sono barricata con un manipolo di fazzoletti nella Scoreggia di Versailles. Scoreggia che vanta consumi davvero regali se - come sostiene la padrona di casa - è arrivata una bolletta da 1000 €. Sbaglio nel calcolo dei consumi? Guasto in casa? Magari dello scaldabagno? Ai postumi del malessere l'ardua sentenza.

Che botta, eh? A cui si aggiunge un agguato dolorosissimo di cervicale e di conseguenza un'altra serata allegramente risucchiata dal gorgoglio del cesso. In sottofondo, il disappunto e la preoccupazione di Marco, l'equilibrio che si sfalda, le amicizie che sbiadiscono e lo sconforto che prende il sopravvento.

I recenti interrogativi abituali a stringermi la mano mentre si inghiotte Tachipirina a vagonate: il paraculismo è reversibile? La dissimulazione è davvero la più efficace strategia di resistenza? Meglio tendere l'arco e affilare la punta delle frecciatine o tacere e farsi crivellare dalle puntualizzazioni altrui? E se si tace, come evitare ripercussioni sul livello della bile?

Vabbé, torno a asciugare le mie narici singhiozzanti. 

sabato 4 maggio 2013

Una tazza di devotee?

Sarà il dibattito che frizza intorno al tema dell'assistenza sessuale, ma la mia amica Valentina mi segnala un'invasione di devotee in rete (sarà che questi  sognatori romanticoni c'avranno voglia di esibire il conto, alla fine?).
Non si tratta di una setta i cui adepti copulano a mani giunte, ma è una sorta di perversione, fissazione per le persone disabili.

Credo che la maggior parte di ragazze handicappate, almeno una volta nella vita, all'apice dello sconforto esistenziale, si sia ritrovata a pensare che un devoto, sia il meglio che si possa aspettare dalla propria vita sentimentale.
A questo proposito Marco potrebbe confermare la serie di interrogatori serrati a cui l'ho sottoposto prima che ci mettessimo insieme per assicurarsi che non appartenesse alla categoria: è un miracolo che non mi abbia mandata affanculo per direttissima, ma oggi deve averlo rimosso  (pochi secondi fa: «Tu lo sai cos'è un devotee?» «No»).

Premesso che una persona adulta e vaccinata può sviluppare tutti i feticismi che vuole senza nuocere a sé o agli altri (il dibattito ferve e testimonianze controcorrente come questa non mancano), è molto triste per un'adolescente o una giovane donna disabile pensare che la sua unica chanche sentimentale passa per una persona per cui lei è solo la sua sedia a rotelle, la sua paralisi o il suo arto mancante. Poi generalmente si cresce, si incontra qualcuno o, anche se al momento si è sole si inizia a considerare quelle mail di uomini tutti puntualmente - molto sensibili - una fastidiosa forma di spam.
Tuttavia credo che sia conque antipatico gestire il vago senso di umiliazione che si accompagna a questi contatti di morti di figa e di patologia. Che naturalmente non è appannaggio di normodotati, brutti, sporchi e in salute.

Sempre Valentina, raccontava di un approccio avvenuto online. Apre la casella di posta di un sito di incontri e legge «Ciao, anche io sono disabile sai?». Che fortuna, sposiamoci subito!