domenica 27 aprile 2014

Compatitemi e passatemi un Lines!

L'ipocondria è quel fenomeno per cui una donna di trent'anni va a fare la pipì, ci vede del sangue e pensa : «Cazzo, ho un'emorragia interna!». Alla fine, si messi l'assorbente e il sipario calò sulla vicenda, ma  non prima di aver fatto un'opportuna googlata sangue nelle urine. Fu l'occasione per scoprire il nome medico del fenomeno,  che è ematuria: splendido e imponente, se mai un giorno avrò una gatta rossa, la chiamerò così. Per ora di rosso c'è solo la mia, di micetta sanguinante. E mi chiedo se mestruazioni e una lesione interna si possono verificare in contemporanea.



lunedì 21 aprile 2014

Attacchi di panico? Leggete 'Ci rivediamo lassù'!

Allora, chi mi conosce sa che in certi periodi per me le crisi d'ansia e il senso di inadeguatezza saltano fuori ad ogni angolo con un bel Bu! che mi stende per terra. Un cambio di lavoro e una nuova mansione - a me quasi totalmente ignota - diventano quindi  una porta spalancata all'insicurezza. Aggiungeteci poi la ricerca di una nuova casa e il fatto che a Marco hanno rubato il portafoglio mentre stavamo litigando. Mi sento ancora come se gliel'avessi rubato io.

Un tempo mia madre me lo somministrava con l'imbuto
Dirmi: «Stai calma» è la miccia che innesca immediatamente una crisi, perché mi ricorda che nonostante i triliardi di tentativi che faccio non riesco mai a mantenere un atteggiamento sereno nelle situazioni più o meno difficili. Se ci riuscissi è ovvio che manterrei la calma, no?!

Chiedermi:«... Ma come fai a vivere così?» è una domanda che tormenta anche me, dal momento che me lo chiedo pure io almeno ogni venti secondi.

In questi giorni l'unico rimedio che ha funzionato è stata l'omeopatia letteraria. Infatti Ci rivediamo lassù di Pierre Lemaitre prima ancora che un grande romanzo è stato l'incontro con mio fratello Albert Maillard. Ritenuto inetto dalla madre, esitante impiegato di patologicamente insicuro, tremante, irresoluto il libro si apre con un capitolo che fa rizzare i capelli in testa - che non vi svelo - vi dico solo che, arrivata in fondo, boccheggiavo.
Cosa c'è di peggio per una persona con i nervi a fior di pelle che ritrovarsi coinvolta in quella guerra di logoramento che è stato il primo conflitto mondiale? In realtà le trincee occupano solo una piccola parte del romanzo: il bello viene dopo, nella fase post bellica. 

L'autore è  stato bravissimo a infilare Albert in una serie di situazioni che fanno pensare alla legge di Murphy, sempre impressa nella mente di noi angosciati cronici ovvero Se  qualcosa può andare male lo farà. L'incontro con Edouard, l'altro protagonista del libro, trascina Albert  in un vortice di fatti e misfatti che sono il peggior incubo di una persona agitata perenne : dalla falsificazione di documenti alla truffa.... Bellissimi passaggi in cui gli sfilano davanti le possibili, catastrofiche conseguenze delle sue azioni: sarà che le ho apprezzate così tanto perché anch'io sono una grandissima regista di film mentali.
E poi c'è lo sguardo quasi clinico di Lemaitre verso la fisicità dell'ansioso: il sudore, il sobbalzare al minimo rumore, l'aria che non arriva ai polmoni...
Non ho mai letto nessuna descrizione così vera dei miei disturbi. 

Il finale della vicenda, poi, è un capolavoro di ironia.

Magari con queste righe vi ho dissuaso dalla lettura, ma non era mia intenzione ( ecco l'ansia che entra in campo!). Guardate che i recensori hanno davvero ragione quando scrivono che è una superlativa storia di amicizia. Fidatevi di loro, non di me che tanto non sono neanche una critica letteraria vera: di vero ho solo le pare. 

domenica 13 aprile 2014

Bambini nel quadro di Alain Korkos ovvero la miglior pausa dalle proprie ansie


Leggete qui cosa ha detto uno dei miei contatti Facebook a Papa Francesco. La ammiro. Io non avrei più l'audacia per un gesto del genere. Mi basta salire sulle scale mobili e pensare che forse sto ostruendo lo scorrere dei pendolari per rattrappirmi dentro.

Dentro di me c'è una voce che continua a sussurrarmi: « Sei una cacchina,  diarreina, sterchina, scoreggina....» e così via di sinonimo in sinonimo escrementizio. Il senso di inadeguatezza non chiude mai il cesso la bocca e... dov'è lo sciacquone? Sono pochi i momenti in cui non la sento, tipo quando sto con Marconsolazione o quando leggo qualcosa di bello.

Per fortuna esistono libri come Bambini nel quadro che leggerli è come sentire l'entusiasmo citofonarti a casa. La cosa figa di questo volume è l'approccio entusiasta e frizzante con cui i testi incoraggiano l'occhio all'esplorazione del quadro

Sì dico spesso, come tutti, che mi piace l'arte, vado a vedere i musei e le mostre, quando capita, ho dato i miei bravi esami di storia dell'arte, mi piace leggere le biografie dei pittori e guardare Philippe Daverio alla televisione, seguire la pagina  Se i quadri potessero parlare, ma quanto a lungo lo sguardo si sofferma su una singola opera? Pochissimo, l'attenzione balza subito dal testo al contesto, senza dare mai troppa retta al quadro in sè;  In una mostra, lo sguardo gioca a saltare la corda coi dipinti senza mai darsi un attimo per riprendere fiato. E me ne accorgo solo adesso, a trent'anni, leggendo questo effervescente, incalzante libro per bambini. I suoi testi, pieni di domande e risposte sono una manina che indica l'opera d'arte, ti conducono in una passeggiata visiva che svela non solo la storia del quadro, ma spesso anche la storia nel quadro. Mi sono accorta che il libro segue la prima regola della scrittura per i social network: Fai domande. Se susciti curiosità la gente vorrà sapere come va a finire.



A me questa intuizione della dimensione narrativa della pittura mi ha fatto strippare come un pacchetto di M&M'S. E da brava ingorda dal momento che l'ho finito preso, ieri sono schizzata a prendermi pure Entrate nel quadro, l'altro libro di Alain Korkos  edito in Italia. Almeno il senso di inadeguatezza che mi perseguita sta zitto e assorto nella lettura per un po'.

sabato 5 aprile 2014

Clicca sull'immagine e trova le differenze

Ho ricevuto una mail dalla Alberto Peruzzo Editore che mi ha invitato a cliccare mi piace sulla pagina Facebook della sua nuova rivista. Immediatamente ho associato l'immagine della copertina a quella de Il mio Papa, il fresco settimanale Mondadori dedicata al pontefice.

Non toccato con mano né tantomeno sfogliato nessuno dei due giornali quindi può darsi che si tratti di ottimi magazine, traboccanti di notizie e approfondimenti interessantissimi come l'engagement dei visitatori sui social network (immagine a sinistra)  o ricche riflessioni sulla spiritualità, dal momento che siamo anche in Quaresima (immagine a destra).

Eppure amici, per qualche misterioso motivo, che affonda le radici nel mio inconscio, non ho resistito alla diabolica tentazione di accostare le copertine. Cliccateci sopra: riuscite a trovare le differenze oltre  a quella che ho trovato io: rossetto Vs zucchetto?