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Un tempo mia madre me lo somministrava con l'imbuto |
Chiedermi:«... Ma come fai a vivere così?» è una domanda che tormenta anche me, dal momento che me lo chiedo pure io almeno ogni venti secondi.
In questi giorni l'unico rimedio che ha funzionato è stata l'omeopatia letteraria. Infatti Ci rivediamo lassù di Pierre Lemaitre prima ancora che un grande romanzo è stato l'incontro con mio fratello Albert Maillard. Ritenuto inetto dalla madre, esitante impiegato di patologicamente insicuro, tremante, irresoluto il libro si apre con un capitolo che fa rizzare i capelli in testa - che non vi svelo - vi dico solo che, arrivata in fondo, boccheggiavo.
Cosa c'è di peggio per una persona con i nervi a fior di pelle che ritrovarsi coinvolta in quella guerra di logoramento che è stato il primo conflitto mondiale? In realtà le trincee occupano solo una piccola parte del romanzo: il bello viene dopo, nella fase post bellica.
Cosa c'è di peggio per una persona con i nervi a fior di pelle che ritrovarsi coinvolta in quella guerra di logoramento che è stato il primo conflitto mondiale? In realtà le trincee occupano solo una piccola parte del romanzo: il bello viene dopo, nella fase post bellica.
L'autore è stato bravissimo a infilare Albert in una serie di situazioni che fanno pensare alla legge di Murphy, sempre impressa nella mente di noi angosciati cronici ovvero Se qualcosa può andare male lo farà. L'incontro con Edouard, l'altro protagonista del libro, trascina Albert in un vortice di fatti e misfatti che sono il peggior incubo di una persona agitata perenne : dalla falsificazione di documenti alla truffa.... Bellissimi passaggi in cui gli sfilano davanti le possibili, catastrofiche conseguenze delle sue azioni: sarà che le ho apprezzate così tanto perché anch'io sono una grandissima regista di film mentali.
E poi c'è lo sguardo quasi clinico di Lemaitre verso la fisicità dell'ansioso: il sudore, il sobbalzare al minimo rumore, l'aria che non arriva ai polmoni...
Non ho mai letto nessuna descrizione così vera dei miei disturbi.
Non ho mai letto nessuna descrizione così vera dei miei disturbi.
Il finale della vicenda, poi, è un capolavoro di ironia.
Magari con queste righe vi ho dissuaso dalla lettura, ma non era mia intenzione ( ecco l'ansia che entra in campo!). Guardate che i recensori hanno davvero ragione quando scrivono che è una superlativa storia di amicizia. Fidatevi di loro, non di me che tanto non sono neanche una critica letteraria vera: di vero ho solo le pare.
Glorietta sono la Ci...ti lascio un commento per dirti che ti ho attribuito un premio speciale, dai un’occhiata qui: http://goccedizucchero.wordpress.com/2014/04/25/313/
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