Sono andata a votare al circolo culturale dietro casa e sono
rimasta sbalordita dalla quantità di
orpelli nostalgici. Gigantografie del Che e del compagno Lenin e dietro l’urna
elettorale addirittura uno stendardo ricamato con i caratteri in cirillico. Non
è il caso, dico io, di integrare i riferimenti culturali aggiungendone altri un
attimino più contemporanei e meno controversi?
E io sono una che ha sempre in bocca quella frase del Che
«Soprattutto, siate sempre capaci di sentire nel più profondo qualsiasi
ingiustizia commessa contro chiunque in qualunque parte del mondo. È la qualità
più bella di un rivoluzionario».
Però qualche riferimento in più a figure più attuali tipo Muhammad Yunus, credo che a naso sarebbe
gradito da molto. Comunque vai Pierluigi e che la Forza sia con te.
Ah, a proposito di ingiustizie commesse contro chiunque ieri
ho sentito un’altra categoria protetta, ex svuotatrice di scatoloni. Assunta da
un’azienda per un ruolo commerciale, è stata fatta fuori alla fine del periodo
di prova. Non la sentivo da un po’ e quando mi ha raccontato che prima di
essere silurata si occupava di vendite confesso che sono rimasta un attimo
esterrefatta.
Nessuna azienda vuole un povero stronzo handicappato, meno che mai un povero stronzo handicappato che la rappresenti in fase di vendita
E poi secondo me l’hanno segata perché la società non voleva assumersi le responsabilità di una categoria protetta in movimento a cui (per motivi assicurativi) era costretta a rimborsare gli spostamenti, mentre su gli spostamenti delle altre figure commerciali poteva beatamente glissare.
Non importa quanto tu
sia brava a vendere, volenterosa e piena di abnegazione – le ho detto - per l’azienda sei sempre e comunque una
rottura del cazzo. E se andrà dai sindacati scommetto che la faranno
sentire una trituratrice di cojoni pure loro. Spero che il buon Bersa se vince
le prossime politiche agisca anche in questo senso, perché ragassi le categorie protette non son mica qui a scippare l’invalidità
a Gamba di Legno.
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