Caro (ma sì, dai,
lasciamolo!) Silvio Berlusconi ,
in questi giorni si fa
un gran parlare della limitazione delle sue libertà e della sua possibile
destinazione ai servizi sociali.
Al momento sono
incensurata, ma in quanto persona con
disabilità, di limiti ne so qualcosa. Per questo mi è venuta l’idea di
scriverle.
Venerdì sera,dopo aver
lavato il pavimento, il mio ragazzo è
scivolato schiantandosi contro l’unica porta a vetri del nostro monolocale; non
l’ho confidato nemmeno ai miei amici più cari, ma a lei posso dirlo: è stato
terrificante non poter far altro che chiamare il pronto soccorso, mentre il
braccio di MarcAhimè sanguinava copiosamente, senza poterglielo nemmeno
fasciare.
Guardi, non mi piace
sbandierare a destra e a sinistra (soprattutto a destra, eh) la caterva di cose che non posso fare, ma
tra quelle che il mio ragazzo fa per me
ci sono cucinare, accompagnarmi al lavoro, lavare, pulire e spesso e volentieri
estrarmi o introdurmi nella doccia nei giorni in cui non riesco a farla da
sola. Tutto questo, oltre a un lavoro stressante, mal pagato e molto, molto precario.
Prese da sole però
immagino che la cura della sottoscritta e del monolocale, non siano attività
sfiancanti. Per cui, ecco la mia proposta: Presidente, perché non viene a darci una mano?
Ha sempre dichiarato
di aiutare spesso e volentieri le persone in difficoltà, e – con un po’ di
pudore – mi tocca ammettere che spesso lo sono, anche se non mi piace fare la
classifica del chi sta peggio di chi.
Poi, credo che avremo tanto di cui parlare: immagino che quando nella sua cerchia si parla di ragazze con due lauree, a meno che non abbia capito male io, ci si riferisca a triennale più specialistica, e in questo caso ne avrei anch’io un paio, di cui una – per di più – conseguita con un dirigente delle sue emittenti, per cui avremo davvero un sacco di cose di cui parlare.
Certo, io voto rosso,
ho votato tutta l’area di sinistra da Rifondazione comunista al PD anche se di
solito le mie preferenze elettorali vanno a Sinistra, Ecologia e Libertà dal
momento che il suo leader, Nichi Vendola, si dichiara – cattolico e comunista –
in maniera abbastanza corrispondente ai miei valori. Non sono mica (o almeno me
lo auguro) una di quei comunardi lazzaroni e lavativi: certo ho un contratto part-time,
non per volontà mia ma dell’azienda che mi assunto; in questo modo non posso rinunciare nemmeno
alla pensione di invalidità (all’accompagnamento, nonostante le ripetute visite
di accertamento, penso che potrei farne
a meno soltanto dopo un viaggio a Lourdes, con tanto di pirotecnico miracolo).
Mi farebbe piacere se
lei mi accompagnasse in ufficio: pensi che ogni giorno, quando mi siedo alla
scrivania penso sempre a quel suo ministro che dichiarò che nel nostro Paese ci
sono troppi invalidi, ecco sarebbe bello che un giorno costui cambiasse idea e
magari pensasse che all’Italia farebbe bene qualche handicappato in più.
Magari, Presidente,
visto che anche lei si professa cattolico potrebbe anche accompagnarmi a messa
il Sabato sera: sapesse che battibecchi teologici con Marcagnostico, quando mi
ci accompagna lui!
Poi magari, si ferma
anche a mangiare una pizza. Le nostre non sono cene eleganti, anzi sono parecchio
informali ma il pizzaiolo sotto casa è bravissimo e ce la caviamo con dieci
euro.
Ogni tanto, magari,
potrebbe fare una capatina per la visita domenicale di mia madre: inflessibile
con lo sporco come lei lo è con la magistratura, se non diamo la caccia al più
piccolo granello di polvere prima ancora che si sia posato su una superficie
son cazzi amari, ma forse lei potrebbe ammaliarla con la sua leggendaria
simpatia e renderla un filo più elastica.
Per il momento la
saluto, con poca simpatia lo ammetto, ma le vie del Signore (Sto parlando di
Dio, eh, non di lei, eh) si sa mai che
le cose cambino.
P.S: Marco ha detto
che l’idea di averla in casa lo «ripugna». Non si preoccupi che ci sto
lavorando. Magari poi passa una bella serata tutti insieme con la pianola in
allegria.
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