venerdì 17 febbraio 2012

Pelose fantasie


Non ci resta che attaccarci allo strappo del pelo.
Domani appuntamento dall’estetista.
La proprietaria del centro estetico assomiglia alla Madonna di Like a virgin, bionda riccia, una versione stagionata 240 mesi.
Entro nel negozio per fissare l’appuntamento e la ragazza dietro il bancone mi avverte che per sabato non c’è più posto: ha solo un buco alle due ma non è abbastanza neanche per l’inguine. Madonna fa irruzione nella conversazione e mi chiede di lasciargli il numero: “Ti chiamo tra cinque minuti”.
Dopo mezz’ora, sono sotto la doccia, e mi squilla il cell. E’ la ragazza del centro estetico. Mi dà appuntamento per sabato alle 14. Il buco si è dilatato come la vagina di una puerpera.
Pelanda che fortuna!
Mi sono immaginata la scena della cicciona di noiantri che si precipita a casa di una vecchina nei dintorni e la sgozza così su due piedi con quella specie di pelapianta che si usa per i togliere calli. Eliminata la gentile donnina che sabato aveva prenotato la pedicure per le due, Madonna fa una capatina in bagno per lavarsi le mani e ne approfitta per darsi un’aggiustatina ai riccioloni.
Finito di rassettarsi torna alla base operativa e dice alla giovane dipendente di chiamarmi. I peli delle potenziali clienti bisogna tenerseli stretti. Un paio di gambe da cugina del cugino It da depilare come si deve, si sa, valgono circa 25 omini vitruviani (belli glabri, naturalmente!).

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