domenica 23 giugno 2013

Feroci invalide domiciliate nel paese caldo



Con quest’afa umida e appiccicaticcia ci si corica sperando di non passare dallo stato solido allo stato liquido nel corso della notte. Marco ormai è rassegnato a ridursi in vapore acqueo entro mezzanotte.

A volte mi sveglio nel cuore della notte e invece della sua testa mi ritrovo a fianco un paio di piedi:
inizio a sospettare la sua mutazione genetica in un allucefalo, poi mi rendo conto che si è solo girato dall’aria parte, per finire nella traiettoria di uno sparuto filo d’aria.

Che poi, le sostanze esalate da quel pestifero fornelletto antizanzare potrebbero davvero alterare i nostri geni: gli insetti non li tiene certo lontani dal momento che stamattina, spolverando dietro il divano letto Marcasalingo ha trovato uno scarafaggio che è corso a nascondersi le tra le cuciture.
Minimo me lo ritrovo stanotte sul guanciale che muove le sue amichevoli antennine (breaking news: la notte scorsa mi sono effettivamente imbattuta nello scarafaggio, che se ne stava quieto sul tappeto del bagno ed è stato tristemente finito da Marco a colpi di Crocks).

Nonostante le  sue due grandi finestre mi aggiro serenamente in mutande per la Scoreggia di Versailles, il caldo scioglie anche qualsiasi residuo di senso del pudore. Se qualcuno riesce ad adocchiarmi le tette – già minuscole di loro - a così grande distanza e senza cannocchiale né lenti di ingrandimento, potrei anche gridare al miracolo o – in alternativa – convincermi che sia Superman in persona a passarmi ai raggi X.

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