domenica 6 gennaio 2013

Le vilan c'est moi

Se non era per Marco e per il libro di François Place a quest'ora il mio fegato avrebbe già rassegnato le dimissioni da me. Sono arcimegastufamarcia di subire, di sucarmela con il sorriso sulle labbra.
Chi mi vuole davvero bene capirà che è una situazione difficile e mi starà vicino anche senza battute, ironia e momenti di umorismo non richiesto.
Chi non me ne vuole (o non me ne vuole abbastanza) se ne farà una ragione anche con qualche risata e in meno. Se mia nonna avesse avuto un reattore sarebbe stata una centrale nucleare e fossi pagata per far ridere la gente a quest'ora sarei tra gli autori del Letterman Sciò.
Mi dispiace che ti dispiaccia ma ti assicuro che a me dispiace molto di più.

Accidenti a questa cazzo di educazione alla Full Metal Categoria Protetta, fatti il mazzo tre volte tanto di un normodato, sii inflessibile con te stessa e indulgente con il prossimo e sopratutto fai tutto questo ridendo come il contadino della canzone di Jannacci

«Ma lui no, lui non piangeva, anzi, ridacchiava.
Ma sa l’è? Matt?
No! Il fatto è, che noi vilan...
noi vilan...
ehh sempre allegri bisogna stare,
ché il nostro piangere fa male al re,
fa male al ricco e al cardinale,
diventan tristi se noi piangiam»

Comunque, visto che non voglio rattristare i miei 2, 5 lettori torniamo al libro che dicevo all'inizio e che si intitola Il segreto d'Orbae e che è una favola di viaggio su cui soffia il vento del Milione di Marco Polo e qualche refolo delle Città Invisibili di Calvino, con un qualche folata- probabilmente - ispirata dai romanzi di Rabelais. L'autore poi illumina le descrizioni con una deliziosa sensibilità coloristica, che probabilmente gli deriva dalla sua esperienza di illustratore. Il romanzo, anche se si tratta di una storia per bambini, è di una bellezza consolante. Vorrei anch'io salire sulla groppa di un uccello marciatore per farmi portare via. (Ultimamente ho notato che i miei post si chiudono tutti con un'aspirazione alla fuga nelle meraviglie della narrativa. Come a dire: Sta' nella pagina che fuori è un brutto mondo).

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