domenica 1 dicembre 2013

La casa - Terzo round

Puoi andare a vedere una casa troppo cara, troppo scrausa, troppo piccola, troppo poco adatta a immaginartela come la tua casa ma, si sa, il peggio è fantasioso.

Così ti capita anche di aspettare mezz'ora sotto il nevischio e all'arrivo del venditore scoprire che c'è stato un misunderstanding («...Il mio collega mi sentirà») e ritrovarti in un cortile ad aspettare che Marcrampante torni dalla visita di un bilocale al terzo piano di un palazzo senza ascensore che sapete già entrambi che non comprerete mai (già la vita è tutta in salita, vi immaginate la sottoscritta che si fa un tris di piani in arrampicata o discesa libera tutti i giorni?), perché quelli dell'agenzia immobiliare hanno fatto confusione e ci hanno girato un indirizzo a cazzo.

Il povero venditore era così in imbarazzo che temevo tirasse fuori la  katana dalla giacca a vento e facesse harakiri sventrandosi proprio lì in cortile: immagino una persona paralizzata che  involve in superparalizzata per il freddo e aspetta sotto la tromba delle scale  immagino che sia una scena che stringe il cuore, no?
Ecco io non volevo aggiungere disagio all'imbarazzo quindi mi sono stretta nel piumino, ho fatto un bel sorriso e scocco un risolutivo: «Nessun problema. L'appartamento che intendevamo vedere verremmo a visitarlo una sera della settimana prossima»; anche perché temevo di ritrovarmi sulla coscienza il povero stronzo che ieri sera alle 18.45 mi aveva girato l'indirizzo sbagliato.

E così me ne vado tranquilla «come un monaco tibetano, come un ninja di Milano» (Fabio Volo supplente di vita, docet). La canzone che ho in testa è inevitabilmente questa...

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