Diciamolo
sottovoce, quasi impercettibilmente: la prima settimana del nuovo lavoro è
stata molto, tranquilla. Annusando l’aria che tira in ufficio non mi sembra che
il gruppo dei colleghi sia dilaniato da competizioni e odi viscerali: questa è
senza dubbio un’ottima cosa, mi sa che la vera sfida i miei nuovi vicini di
scrivania se la giocano con Google Analytics.
Aspetterò ancora un po’ prima di pronunciarmi
in modo più deciso, ma la linea di condotta da seguire rimane quella di una
cauta, operosa fiducia.
Nel
frattempo vi anticipo che il mio lavoro - al momento - continua a essere quello di scrivere per la rete, dopo la cara vecchia pagina Facebook
per il programma di Tele Santi Numi e gli annunci per il sito di e-commerce.
Rimane
però il problema costante degli errori: finché c’è post c’è refuso, mi sa
soprattutto per chi deve digitare caratteri con una certa rapidità.
L'orrore ortografico |
Cazzo, ma succede a tutti?
O capita solo a me?
Tipo
che per quanto rileggi, ti sfugge sempre in pubblicazione un errore malandrino e stupidissimo.
Cioè, a
me mette in imbarazzo un casino: Vedo la pagliuzza nella pagina del vicino –
tipo un doppio spazio – e non le minchiate che stanno nella mia: magari c’ho
davvero la trave in un occhio.
E se
son traviata dalla passione del contenuto, quando faccio il check poi, va a finire che continuo a spalpognarlo,
rimaneggiarlo, sistemarlo, infiocchettarlo con il risultato di infilarci dentro
nuove fregnacce e i refusi si disperdono nei rimaneggiamenti come guerriglieri
nella boscaglia.
Consigli?
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