sabato 11 gennaio 2014

Nuovo lavoro: il re è ancora fuso con la traveggola nell'occhio

Diciamolo sottovoce, quasi impercettibilmente: la prima settimana del nuovo lavoro è stata molto, tranquilla. Annusando l’aria che tira in ufficio non mi sembra che il gruppo dei colleghi sia dilaniato da competizioni e odi viscerali: questa è senza dubbio un’ottima cosa, mi sa che la vera sfida i miei nuovi vicini di scrivania se la giocano con Google Analytics.

 Aspetterò ancora un po’ prima di pronunciarmi in modo più deciso, ma la linea di condotta da seguire rimane quella di una cauta, operosa fiducia.

Nel frattempo  vi anticipo che il mio lavoro - al momento - continua a essere quello di scrivere per la rete, dopo la cara vecchia pagina Facebook per il programma di Tele Santi Numi e gli annunci per il sito di e-commerce.

Rimane però il problema costante degli errori: finché c’è post c’è refuso, mi sa soprattutto per chi deve digitare caratteri con una certa rapidità.

L'orrore ortografico
Cazzo, non ci credo che Balzac non abbia piazzato un paio di errori di ortografia a pagina per ogni romanzo della Commedia Umana, e manco Tolstoj in Guerra e Pace anche se credo che il russo scrivesse con filo più calma. Per non parlare di quando si scrive tutti orgasmati di qualcosa che appassiona e allora è via libera alle perversioni più intricate dell’anacoluto.





Cazzo, ma succede a tutti?
O capita solo a me?

Tipo che per quanto rileggi, ti sfugge sempre in pubblicazione  un errore malandrino e stupidissimo.
Cioè, a me mette in imbarazzo un casino: Vedo la pagliuzza nella pagina del vicino – tipo un doppio spazio – e non le minchiate che stanno nella mia: magari c’ho davvero la trave in un occhio.
E se son traviata dalla passione del contenuto, quando faccio il check  poi, va a finire che continuo a spalpognarlo, rimaneggiarlo, sistemarlo, infiocchettarlo con il risultato di infilarci dentro nuove fregnacce e i refusi si disperdono nei rimaneggiamenti come guerriglieri nella boscaglia.

Consigli?

Nessun commento:

Posta un commento