sabato 18 gennaio 2014

Oroscopo di Internazionale, hai fatto cilecca ma ti lovvo lo stesso!

Mi sa che 'sta settimana l'oroscopo del buon  Rob Brezny ha fatto una gaffe. Qui sotto lo screenshot del mio segno (Dai non rompete, è piccolo ma si legge!)


Storicamente, da buona spastica mezza paralitica, l'agilità e la destrezza manuale mi hanno fatto sempre difetto, anche nelle dita della mano più sana. Non le rimpiango mai come in questi giorni, che ho ripreso a far su e giù da metropolitane e tram. Son giornate di pioggia, dove i piedi scivolano sui pavimenti bagnati  dei mezzi e vorrei che almeno le mie mani avessero più presa sui sostegni. Anche perché, come saprete, cari lettori assoggettati alla mobilità urbana  gli altri passeggeri spintonano che è un piacere. Mi viene da farmi il segno della croce ogni volta che, barcollando, guadagno la scala mobile. Per raggiungere il mio posto di lavoro devo attraversare una strada trafficatissima, che credo sia l'unica in tutta Milano a non avere il semaforo per i pedoni.

Qualcuno sa a chi devo scrivere per farne mettere uno? 


Un compagno di lotta 
Una sera che mi sentivo un pochino affaticata, ho attraversato la strada in un momento di relativa calma e devo esser stata particolarmente lenta perché hanno iniziato a suonarmi come indemoniati. 
La conclusione, oltre a rilevare come diceva Gregory House, che «Una volta c’era più rispetto per gli handicappati» è che adesso salgo o scendo dal tram alla fermata prima, con Marco che mi accompagna e mi ripete la stessa identica frase con cui la madre mi perseguitava vent'anni fa, quando stavo fisicamente meglio di adesso e volevo andarmene un po' a zonzo per le strade del paesello come i miei coetanei normo.
Parole che mi hanno perseguitato per anni e che adesso ritornano, immutate minchia:





«Io non è che non mi fido i te. Io non mi fido degli altri».
Le stesse parole, testuali. Cazzo, Marco si sta trasformando in mia mamma?!

Vabbé che l'autosufficienza, mannaggia non l'ho mai conosciuta ma questo mica è colpa di qualcuno.
Per fortuna che qualche volta la tecnologia viene casualmente in aiuto. Per me gli smartphone sono un pelo una barriera architettonica, dal momento che sono grossi e complicati da maneggiare con una mano sola.

Non posso ancora permettermi l'iPhone che dicono sia un modello di maneggevolezza.
Grazie al cielo c'è Wathsupp. Non riesco a digitare bene sui microtasti dello schermo touchscreen però la registrazione dei messaggi vocali compensa alla grande. Così il tragitto sul tram, una volta guadagnato il posto a sedere, si è trasformato nel mio spazio dedicato alle public relations, sia all'andata che al ritorno. Faccio di quei monologhi interminabili e deliranti, che alle volte ho il sospetto che chi mi sente rida sotto i baffi. Certo la privacy ne risente un attimo, ma vuoi mettere il lato social?

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