sabato 22 febbraio 2014

Sanremo e Sanremate visti da chi si corica presto

...Cioè un Festival di Sanremo che si lascia guardare senza voglia di cacciarsi due dita in gola e risultato qual è? Il Codacons invita il povero Fazio Che Strazio al rimborso di parte del cachet. Certo che la ggente non è mai contenta: prima esige la qualità poi gli dai un assaggio di originalità mescolato alla solita sbobba e reclama ascolti da urlo.

Certo, provare a aggiornare il Festival della Canzone Italiana  senza snaturarlo è un po' come tenere il piede in due scarpe e per giunta una super glamour con il tacco a spillo e l'altra una pianella da casa. Ovvio che conciati così si fa fatica a stare in piedi.
Pota, d'altro canto come non rimanere perplessi davanti alla Lucianina (!) Littizzetto che con 25 anni per gamba fa ancora la bimbaminchia (e rompeva già il cazzo a Bucknasty nel 2008)? Come non farsi esterefarre da un Fazio che quando i due tipi minacciano di buttarsi dalla balconata dell'Ariston ride sotto i baffi? Cioè cazzo, se fossi stata una disoccupata/ cassaintegrata/ lavoratrice che non percepisce lo stipendio avrei buttato giù dalla finestra la tele: ce ne son innumerevoli di situazioni di disagio vero, perché inscenarne una a beneficio delle telecamere?

Poi il monologo della Luciana sulla bellezza e la disabilità non ho capito se fosse un risarcimento morale al signor Giovanni d'Agata, ma quello che so è che è stato di un luogocomunismo imbarazzante, che se stava muta, la Litty faceva più bella figura anche agli occhi di un cieco, di un minorato o di una spastica come me che da bambina i coetanei me le suonavano di santa ragione perché ero handicappata, altro che «i bambini son molto più capaci di noi a non far caso al diverso».
E poi no, non credo che vedremo tanto presto un bimbo down fare lo spot della Barilla o della Ferrero, perché lo scopo della pubblicità non è quello di fare innovazione sociale ma quello di vendere un prodotto avvolgendolo di un'aria di desiderabilità, ma i bimbi handicappati non sempre hanno molto appeal. Che poi se prendessero un bimbo disabile e simpaticissimo come testimonial della pubblicità c'è da scommetterci che tutti i bimbi handicappati del paese sarebbero messi in croce a ogni muso lungo: «Perché non sei allegro come lo spot della merendinminchia?»

Sarebbe stato meglio che sul palco si fosse suonata una cover di Calpesta il paralitico: avrebbero preso due piccioni con una fava: ricordare Freak Antoni e  la disabilità.

Però, siamo giusti, qualche momento da salvare c'è stato. Proprio perché raro, prima di gettare nel dimenticatoio tutto il resto ecco il Sanremo da Salvare secondo me. Qualcuno si chiederà come mai compaiano spezzoni di esibizioni in scena dopo le 23, orario entro il quale, cascasse un Cat Stevens, son sempre a letto. Ovviamente ho recuperato il tutto online.

I 5 momenti migliori di Sanremo
(in ordine rigorosamente smarmellato e cazzocanino)



Santamaria che legge la lettera di Alberto Manzi. Oki era una sfacciata marchetta della fiction sul maestro di Non è mai troppo tardi che va in onda la prossima settimana, ma per marchette così tutti i giorni io farei la firma. A sentir le parole "senso critico" e quell'onestà così insistita mi sono emozionata in maniera proprio genuina.



Su  Cat Stevens alla prima serata si è commossa la Luciana e anch'io ho provato un brivido sonoro sentendolo cantare quando la mattina dopo ho visto il video dal pc dell'ufficio. Come altri ospiti ,dalla Valeri a Gino Paoli ,Yusuf era ben stagionato, ma c'è da scommettere che gli autori hanno puntato sull'effetto nostalgia per accalappiarsi gli spettatori di mezza età.


Il flash mob, semplicemente, mi ha deliziata.La puntualizzazione: «Questo l'avevamo preparato» di Fabio Petulio Fazio mi ha un attimo irritata ma vabbè. Su di me i flash mob hanno l'effetto di una tavoletta di cioccolato abbinata a una  Piña Colada, quindi dopo averne visto uno di solito vado avanti a sorridere beata per mezz'ora.





L'Unica dei Perturbazione è una delle canzoni più orecchiabili. O la fate vincere oppure sarete condannati a restare in eterno nazionalpopolari e a non evolvere mai in nazionalpop.



Dal momento che sono un'ottimista bipolare sogno un Festival di Sanremo 2015 ideato e condotto, riveduto e corretto da Pif

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