sabato 22 marzo 2014

Il cinguettio de Il Cardellino di Donna Tartt mi tira su

Sto leggendo Il Cardellino di Donna Tartt, che come libro è davvero perfetto per il cambio di stagione. A volte esco la sera dall'ufficio che vorrei solo stendermi sui binari del tram per la stanchezza, ma il pensiero di qualche pagina di quella prosa lì mi aiuta a trovare l'energia per ritornare a casa. Perché voglio sapere come la cazzo di storia va avanti.  E anche se - una volta che mi accuccio nel letto  mi si chiudono gli occhi, una trentina di pagine me le devo comunque far fuori.

Ma qual è il segreto di questi scrittori americani così possenti, eleganti, profondi, sfaccettati, immediati, lievi, accattivanti e incredibilmente avvincenti?

Io di Donna Tartt non avevo mai  letto niente, non l'avevo mai manco sentita nominare (avevo orecchiato da qualche parte il titolo Dio di illusioni ma non mi ispirava granché) e mi aveva sorpreso scoprire che questo romanzo dal titolo pennuto era uno dei libri più attesi del 2014.

Così sabato scorso alla Feltrinelli, dopo averlo visto, ho rimesso nella pila La ragazza dagli occhi verdi (Il sequel di Ragazze di campagna di Edna  O'Brien che sì è carino ma stop) e ho preso la mia copia del libro che Sua Altezza dei critici letterari Michiko Kakutani ha definito «un travolgente romanzo Sinfonico che vi farà riscoprire tutto il piacere della lettura».

Diciamo che come prosa la Tartt si infila nel filone di autori tipo Audrey Niffenegger  Andrew Sean Greer e anzi, al punto dove sono arrivata finora - p. 273 -, questa corrente letteraria la domina proprio. Ma come fa questa  benedetta scrittrice avere una visione così nitida, limpida? Come fa a congegnare una trama così solida e - allo stesso tempo - a metterci dentro tanta poesia? Tipo, parlando di un personaggio scomparso, uno dei protagonisti lo ricorda così:

«Era un brav'uomo. Non ce ne sono tanti così. Gentile, affascinante. La gente lo compativa per via della schiena, ma io non ho mai conosciuto nessuno più ottimista di lui, e ovviamente i clienti lo adoravano... era un uomo estroverso, socievole... "Il mondo non mi verrà incontro" diceva sempre "per cui devo andargli incontro io"». (p. 168)


Mi rifiuto di credere che le risposte siano solo 'legioni di editor dietro il culo' e 'un'infinità di tempo a disposizione'. Qual è la formula magica che permette a questa donna di ricreare la vita sulla pagina?
Ecco  mi stavo arrovellando su questo quesito ho scovato un'intervista che l'autrice ha rilasciato a Vanity Fair. Forse sì, il segreto è proprio il tempo, la tranquillità di concepire, cesellare, levigare e cullare i personaggi fino a quando non si mettono a respirare.

A proposito di respirazione in questi giorni mi ritrovo spesso col fiato corto, dev'essere lo sballo di marzo pazzerello. E così ho aggiunto alla solita dieta di libri e carboidrati una compressa al dì di vitamine effervescenti, con lo sfrizzolare che  fa da colonna sonora alla mia colazione al mattino. mentre chiamo a raccolta le energie e la motivazione per uscire di casa, lasciando a guardia della Scoreggia di Versailles un poderoso volume di 892 pagine.

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