sabato 21 aprile 2012

Finché c'è spaghetto c'è speranza


Ha smesso di piovere, sembra arrivata la primavera e sto lentamente uscendo dal mio letargo sociale.
Qualche sera fa sono uscita con i miei colleghi  per un hamburger e un’occhiata a Librocielo.
Ieri sera invece sono andata in trasferta dalla mia amica Aga per la leggendaria carbonara del suo moroso e flash party (vestizione pigiama: ore 23).

Sono da poco rientrata a casa e sto lavorando su me stessa per convincermi che non aver concluso la mia unit settimanale di inglese non è poi una tragedia: al massimo se ho voglia la finisco più tardi altrimenti pazienza. Né Monti né la Fornero  - credo – verranno a tirarmi le orecchie per la mia scarsa competitività.

Ieri sera, tra l’altro, mentre i padroni di casa armeggiavano ai fornelli, mi sono finalmente letta Sweet Salgari di Bacilieri. Povero Emilio prosciugato fino all’ultima goccia di inchiostro e sangue dal cinismo dei meccanismi editoriali. In oltre un secolo nell’industria culturale pare non essere cambiato un benemerito.

A volte penso che a settembre, scaduto il contratto d’affitto, dovrei  - maman permettendo – fare fagotto e tornare al paesello. Ma poi chi ce l’ha le librerie sterminate, le cenette in compagnia e la carbonara del Beneventano?

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