domenica 16 settembre 2012

Povero Dante, ti regalerei un buono Feltrinelli....



L’Alighieri – fa notare – Marco Santagata in Dante, il romanzo della sua vita, probabilmente non ha mai comprato un libro in vita sua. Perché nel Medioevo i volumi costavano un occhio della testa e lui era abitualmente in precarie situazioni finanziarie.
E’ un’osservazione che mi tormenta da giorni.
Vi pare giusto?
Invece l’infinitamente più mediocre sottoscritta ha il mono straripante di libri e – addirittura – riceve inviti per presentare il suo Voragine forever in una scuola superiore.
(Non credo che a Dante sia mai successo).

Minimizzo perché un po’ mi imbarazza ma in realtà la proposta mi ha entusiasmata.
Si tratta della possibilità di fare quattro chiacchiere con dei ragazzi che studiano per lavorare in ambito socio educativo.
La proposta è partita da una loro insegnante (!) che ha letto il libro e ne ha parlato a un’amica che aveva organizzato una presentazione nel lontano 2007 e che mi ha contattata per inoltrarmi quest’idea.
Di solito le presentazioni mi gettano nel panico e all’epoca ho sempre cercato di evitarle.
Ma questa volta è diverso, sono stranamente entusiasta.
Sarà la possibilità dopo 10 anni di mettere piede – su invito – di un posto che a suo tempo mi ha sempre presa malissimo
Yeah-yeah, la teenager che è in me – cari miei – pregusta l’evento e gongola.

Nella bella mail che Silvia mi ha scritto conclude con (lei l’ha scritto in un gioioso maiuscolo): “Perché malgrado tutto è amore… Anche per la cultura che tu ci regali!”.
La prima parte della frase mi ha commosso.
La seconda invece mi ha lasciata un po’ sorpresa, con quel mitragliamento di k che ho messo in V.F. e che con la consapevolezza dei miei 29 anni sento (era ora!) di dover giustificare.
Come ha suggerito il mio amico Roberto invece che Jack Frusciante è uscito dal gruppo potrei citare come padri nobili della scelta stilistica addirittura Sao ko kelle terre
Certo che se a alimentare gli appetiti culturali delle persone ci deve essere una volenterosa ma sprovveduta ventenne in trauma postoperatorio come ero io all’epoca, allora il panorama italiano intellettuale attuale, capace di parlare davvero alle persone non è un gran bel vedere…(a parte Aldo Busi, naturalmente!)

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