domenica 28 ottobre 2012

...Alla fine quel che conta è il principio (?)



Curiosamente, proprio mentre rileggevo Vita Standard di un venditore provvisorio di collant, ho avuto una settimana particolarmente difficile che mi ha confermato – una volta di più – che questo è proprio un mondo di Melma.
Mi sono abbarbicata al pensiero di Marco come un bradipo al suo ramo per cercare di mantenere un minimo di lucidità e non catapultarmi giù dal balcone senza parapatata.
Anche se - lo so – la resistenza al contesto italico lomettiano dovrebbe essere una questione etica.
Uno dovrebbe essere in grado di tener duro e tenersi alla larga dal punto di rottura esclusivamente per ragioni  di principio.

Quando la corona sbrilluccicante di buoni propositi cade giù dalla testa dei nobilissimi principi che guidano la nostra vita e la rettitudine vacilla sotto il peso della stanchezza, della disillusione e della mancanza di speranza,  allora si arriva alla conclusione che – se funziona – va bene anche il sentimentalismo, e una si sente legittimato a puntellarsi al pensiero del moroso.
E sulla convinzione che passerà.

Intanto venerdì sera ho letto Furari di Taniguchi e ho scoperto il sorprendente mondo degli haiku. Quelli del poeta Issa, citati nel fumetto mi hanno proprio folgorata(«La Luna piena / prendimela subito!/ Piange il bambino» Come fai a non adorare versi del genere?). Sta’ a vedere che è volta buona che mi appassiono a un po’ di poesia.

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