sabato 3 novembre 2012

'Guri!



Come qualcuno di voi ricorderà lunedì scorso ho compiuto 29 anni.
Avevo pensato di celebrare la data riportato alcuni versi dell’Evgenij Onegin di Puškin:

«E' vero, proprio vero, / che senza elegiache illusioni/ è fuggita la primavera dei miei giorni/ (cosa ch'io ripetevo finora scherzando)?/Ed è proprio vero ch'essa non ha ritorno?/ Vero proprio che presto avrò trent'anni ?»

Sì, sul mio collo sta per abbattersi la mannaia dei 30, che immagino dia il colpo di grazia alle sparute velleità intellettuali superstiti.
Però lunedì 29 ottobre in pausa pranzo è successa una cosa che mi ha fatto pensare che quello che fugge a volte ritorna anche. Sono andata alla Feltrinelli insieme  ai miei colleghi (che mi hanno donato Habibi)  per offrire il caffè a tutti quanti,  e cosa ti trovo esposto sullo scaffale delle novità? L’ultimo romanzo di Irvine Welsh, Skagboys, che è il prequel di Trainspotting.
Trainspotting che quando l’ho letto avrò avuto più o meno la metà degli anni che ho adesso. Però da quando l’ho letto Welsh non l’ho più lasciato. Ha scritto cose stupende (Ecstasy o Il Lercio), cose decisamente merdosette ( tipo Tolleranza Zero e Sepenti a sonagli)  e cose che lasciano leggere (Colla), ma è diventato una costante con i suoi alti e bassi.
Uno scrittore non può buttare giù solo capolavori. Anche se un lettore come me poi magari si incazza perché ha speso 20 euro per una minchiata.
Però questo qui è un libro con quelli che sono probabilmente i suoi personaggi migliori, eanche se finora ne ho letto solo una sessantina di pagine ma non credo l’abbia toppato. Io quel libro lì manco lo sapevo che usciva, ma averlo trovato così per caso e rendermi conto che non è una puttanata mi fa sentire davvero benissimo. Certo, le cose  cambiano.
Non considero più Welsh il non plus ultra come quando andavo al liceo. So che come autore a volte fa cilecca e ha i suoi limiti strutturali.
Non è mica Balzac (che – per inciso – ha anche lui i suoi bei flop)
Però mi entusiasma un sacco, trovo che abbia un bello stile e qualche volta dei veri colpi di genio.
E questo se non è cambiato negli ultimi 15 anni non cambierà nemmeno nei prossimi 30.
Ok,  la gente cambia, i gusti cambiano, le priorità si modificano. Diventiamo più, cinici, smaliziati, rassegnati e cattivi anche. Facciamo di tutto per arginare questo stronzissimo processo, anche se per la maggior parte del tempo abbiamo la sensazione che dipenda da noi solo per una percentuale ridicola. Eppure in tutto questo deterioramento inarrestabile ci sono cose che cambiano ma si mantengono, anche se sfumano e si allontanano un po’. Però, anche se finiscono accatastate dietro una pila di altre cose, ci sono e ti fanno vibrare di goduria per una frase ben scritta.

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