domenica 18 novembre 2012

Aldo Busi a Bookcity (c'ero anch' io in culo al mal di schiena)!



Anche se c’avevo la schiena ridotta una colonna dolente tipo quel quadro di Frida Khalo, ieri sono andata a vedere Aldo Busi in Triennale. Perché  se uno si fa dominare dalle sue sciagure di salute, alla fine non fa più un cazzo.
Triennale dove non ero mai stata e che, tra l’altro è un ambientino sciccosissimo, mica male.
Lo Scrittore – che ha detto tra le altre cose che sarebbe felice di rinunciare alla minuscola – ha letto un po’ di brani di El specialista di Barcellona e ha risposto alle domande del pubblico.
Cosi alla fine ho potuto fargli la mia famosa domanda sul suo rapporto con brescianità & Balzac che avevo in testa da anni. Mi ha risposto che non si sente autorialmente molto vicino al francese perché è un autore troppo di trama. Di sicuro Balzac indulge molto al sentimentalismo, anche se lo condisce con una buona dose di cattiveria e la provocazione la celava tra le righe. Busi invece è provocazione & morale tutte d’un pezzo. Lo si è visto nelle sferzate che ha tirato ai giornalisti con posti riservati in prima fila. Ho avuto l’impressione che non ami le presentazioni, forse per la scia di retorica che si tirano dietro. Naturalmente è finita in politica. C’era chi gli ha chiesto perché non se n’è andato dall’Italia.
E lui ha raccontato che a 42anni aveva fatto più di un pensierino all’Australia. Aveva anche i soldi.
Ma la sua mamma gli ha detto «Se vai lì mi fai morire».Così è rimasto.
«E crepa, cazzo!» ha concluso l’aneddoto pour épater la bourgeoisie.
Ha anche infierito contro la gente che si iscrive a Scienze della Comunicazione e che vuole andare a fare il pr  senza capire che non tutti potranno occuparsi di quello.
Qui mi è sembrato che il cuore della questione giovanile sfuggisse un pelino anche all’Ottimo.
Il punto non è, dopo una scelta infelice, accettare di andare a raccogliere i pomodori. Tutta la mia generazione è venuta a patti con questa cosa. Non una vita straordinaria ma una vita di straordinari.
Il punto è fare in modo che la professione di raccoglitore di pomodori sia contrattualmente dignitosa e rispettosa della persona. E da questo siamo lontani anni luce.
Tornando a Busi ha una capacità di stare sul palco e un’energia  affabulatoria davvero mostruose. Legge benissimo. Prima di dare lettura dell’ultimo brano si è scusato dicendo che non l’aveva mai letto in pubblico e che non sapeva cosa sarebbe accaduto. Beh, è accaduto che si è commosso.
Grande pomeriggio, grandi letture.
Brào Aldo!

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