domenica 16 dicembre 2012

Io e la metereopatia (la neve è una catastrofe meravigliosa!)

I figli crescono, le mamme si fan la tinta, le foglie cadono e le palle anche. Le aziende fottono, i sindacati se ne lavano le mani. Chi se l'è preso nel culo può solo farsi il bidet.
Sbagliare a soffrire e non fare la cosa giusta incazzandosi. Limitare al massimo le crisi di nervi ("Certo che tu al posto mio...").
Avvicinarsi al punto di rottura, oltrepassarlo e accorgersi che non si è più in frantumi di prima. Sentirsi esausti. Ignorare la propria stanchezza. Crollare sulla spalla del fidanzato /a (un  tripudio lunghissimo di  baletti russati e senti come bruxi)
Valutare missioni impossibili ("Ma perché sempre io? Che poi alla fine son sempre kamikazzi tuoi...").
Rodersi perchè i giovani aquilotti enegici e speranzosi - sia pur con le ali tarpate non si accorgono che li stanno platealmente fregando ("Ma non ricordi che tu agli albori del tuo vacillante cammino di catprot nutrivi la stessa, fulgida fidicia?").
I dolori articolari. Il collo distrutto senza neanche i canini di un vampiro affondati dentro ("Meno male che non sei una giraffa, allltrimenti si che sarebbe un casino lunghissimo, la cervicale!").
Il perplesso passaggio alle nuove tecnologie di lettura - mettersi a scrivere era stato assai più intuitivo,  divertente e low cost): sarà l' #epicfail ovvero il Kindle in the Wind?

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