domenica 9 dicembre 2012

Natale al palo



Qui se va avanti così scoppia la rivoluzione, o scoppiamo noi.
call center che vengono chiusi per infiltrazioni della ‘ndrangheta ( e decine di persone – tra cui Marco – che restano senza lavoro).
Mi hanno ricordato che le mafie si infilano sempre nei business e nelle aziende di piccole o medie dimensioni, ma in un primo momento non ho potuto fare a meno di pensare: «Minchia, se pure la ‘ndrangheta invece di investire nel traffico di droga e in affari con i poteri forti punta al call center c’è grossa crisi proprio per tutti».

Il lavoro delle persone si sta trasformando sempre di più in uno sfruttamento legalizzato senza manco la garanzia di una continuità temporale. Finchè dura dura (come dice il calzolaio di famiglia dopo una riparazione da 2 Euro).
Poi, naturalmente son  mastodontici cazzi tuoi.
Tornando al call center ko, il padre del proprietario dell’azienda – contattato dai dipendenti proprio dalle loro postazioni di lavoro – ha detto che con un figlio in carcere ha ben altro a cui pensare e questo è l’ultimo dei suoi problemi. Io penso a tutte le giovani mamme  che hanno lavorato per ‘sta famiglia di stronzaioli  (sottopagate e con contratti ridicoli) e non riesco a trattenere un profondo disgusto. Tutta la nausea che si è costretti a ricacciare giù  giorno dopo giorno con un sorriso a 32 denti stampato in faccia.
Il sistema produttivo nel suo complesso assomiglia sempre di più a una bomba a orologeria. Tu che ci sei entrato sai che salterai in aria, ma non sai quando e devi convivere dissimulando quotidianamente la paura e affrontare tutto con sorridente fatalismo.
Una persona non può non chiedersi se ci sia un modo di disinnescare l’ordigno per rimettere in moto il giocattolo su basi più sane. Ok, il mondo rose & fiori non è mai esistito e non esisterà mai.
Ma un mondo un po’ meno corroso e inculante, un minimo più sano ed equilibrato  sì. Se così non fosse significa che non c’è più speranza, solo sopravvivenza. E senza la prospettiva di un futuro, per quanto limitato negli orizzonti, significa che siamo tutti animaletti in trappola.

Nel frattempo, per staccare la spina a questi ansiogeni pensieri leggo  in e-book Gaetano Cappelli (Il rapporto tra seghe adolescenziali e creatività autoriale fa sbellicare) e mi sono registrata a Pottermore, cercando di capire come funziona la faccenda.
Anche se pure la digitalizzazione  totale del mio intrattenimento e della mia vita intellettuale  mi inquieta un po’. Ci stiamo affaticando tanto per supporti effimeri e per un pugno di byte?

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